Ritorna la minaccia del carcere d'acqua a Trieste

Rimane  valido lo studio sui risvolti economico-finanziari e sulle torture agli animali in cattività fatto dall'Enpa nel 2009.In corso di aggiornamento la statistica sulle torture inflitte ai prigionieri nelle "carceri d'acqua" ancora esistenti.
In trenta  pagine di grafici, notizie inedite, dichiarazioni, il documento ripercorre la storia dell’acquario di Trieste dove, da più di dieci anni, si assiste a un paradossale andirivieni di dati, convegni, esponenti politici e finanziamenti pubblici e privati. In palio il destino di migliaia di animali, reclusi per una impresa dal costo esorbitante e a elevato rischio. Secondo quanto reso noto dal dossier Enpa, le soglie di rischio economico sono molto difficili non solo da superare ma anche da mantenere nel tempo. Un acquario consuma enormi quantitativi di energia elettrica, come confermato peraltro dal bilancio della più grande struttura italiana di cattività, l’Acquario di Genova.   “Nel dossier sull’ennesimo progetto di mega acquario italiano – ha dichiarato Giovanni Guadagna, responsabile dell’Ufficio Cattività di Enpa – il riferimento agli animali passa in secondo piano". La Protezione Animali auspica che le pubbliche amministrazioni, invece di sostenere enormi impianti ad alto impatto ambientale e a elevati costi di gestione, impieghino il suolo pubblico per iniziative destinate al benessere collettivo garantendo sia la tutela degli animali sia lo sviluppo armonioso del territorio, l’unico in grado di generare ricchezza nel tempo. Qui il dossier